Le esperienze all’estero danno un twist alla carriera degli italiani

  • Quasi la totalità dei genitori incoraggerebbe i propri figli a vivere un’esperienza di studio all’estero

  • Solo il 15% degli italiani ha però effettivamente studiato in un altro paese, ma il doppio ha alle spalle almeno un’esperienza lavorativa all’estero

  • Tra le ragioni di freno per lo studio all’estero: il fattore economico (56%)

  • Le barriere linguistiche (32%) sono un altro blocco alle esperienze di lavoro all’estero, ma gli italiani cercano di superarle

Le esperienze all'estero aiutano a dare una spinta alla carriera, anche tornati in Italia

Le competenze linguistiche sono diventate sempre più una caratteristica imprescindibile per il mercato del lavoro e niente può essere più utile che un’esperienza diretta sul campo soprattutto all’estero. Lo sanno bene gli Italiani: un 81% dichiara, infatti, che un’esperienza all’estero potrebbe dare una spinta alla propria carriera e l’84% ha sognato almeno una volta di lavorare all’estero. Tra le destinazioni considerate più utili il Regno Unito (46%), gli USA (45%), la Germania (30%) la Spagna (27%) e la Francia (19%).

E quasi la totalità dei genitori (98%) incoraggerebbe i propri figli a vivere un’esperienza di studio all’estero per diverse motivazioni: sia perché crede che parlare più di una lingua sia estremamente importante (77%), sia per la convinzione che ciò possa avere un influsso positivo sulle possibilità di carriera future dei propri figli (38%) e sia per l’idea che questo tipo di opportunità influisca positivamente anche sulla personalità (45%).

Nonostante l’importanza attribuita a un periodo di formazione all’estero, solo il 15% degli intervistati ha però effettivamente studiato in un altro paese. Le mete più gettonate sono state il Regno Unito (31%), la Germania (19%), gli USA (18%), la Francia (15%) e la Spagna (13%). Chi vi ha rinunciato lo ha fatto principalmente per motivazioni di carattere economico – il 56%, infatti, ha dichiarato di non esserselo potuto permettere, mentre per il 13% il freno a partire per studiare all’estero è stato riconducibile alla paura di non conoscere la lingua del posto.

La situazione cambia leggermente quando si parla della sfera lavorativa: un 30% degli italiani ha alle spalle almeno un’esperienza lavorativa all’estero. Se per il 38% la spinta a trasferirsi in un altro paese è stata dettata da maggiori possibilità di guadagno, per il 34% il trasferimento è stato invece spinto dal desiderio di scoprire una nuova cultura. Solo un 9% ha dichiarato invece di essersi trasferito per seguire il proprio compagno o compagna.

Il partire è stata una scelta che pare essere stata appagante per quasi la quasi la totalità degli italiani: nonostante siano mancati principalmente famiglia e amici (64%) o il buon cibo (42%) lavorando all’estero gli italiani hanno dichiarato di aver percepito uno stipendio migliore rispetto al proprio paese d’origine (78%), di aver avuto migliori opportunità professionali (80%). Addirittura il 77% dichiara che l’esperienza all’estero ha migliorato la propria carriera una volta tornati in Italia.

Guardando invece alle ragioni di “blocco”: oltre agli impegni nel proprio paese (36%) chi non ha mai lavorato all’estero ha addotto come motivazione le barriere linguistiche (32%).

Eppure la maggior parte degli intervistati che è partita non si è lasciata scoraggiare dalla scarsa conoscenza della lingua: il 55% degli intervistati, infatti, ha dichiarato che era in grado di sostenere una semplice conversazione nella lingua del posto e il 47% addirittura ha dichiarato di avere iniziato a studiarla ancora prima di partire in maniera integrata sia a scuola (64%), sia grazie a corsi di lingua (41%) sia tramite app (20%).

Informazioni su Babbel

Babbel sviluppa e gestisce un ecosistema di esperienze di apprendimento linguistico online interconnesse ed è guidato dallo scopo di creare comprensione reciproca attraverso il linguaggio. Ciò significa creare prodotti che aiutino le persone a connettersi e comunicare tra culture diverse. I prodotti Babbel App, Babbel Live, Babbel Podcasts e Babbel for Business si concentrano sull'uso di un nuovo linguaggio nel mondo reale, in situazioni reali, con persone reali. E questo metodo funziona: gli studi di linguisti presso istituzioni come la Michigan State University, la Yale University e la City University di New York hanno dimostrato l'efficacia dei metodi di apprendimento linguistico di Babbel.

La chiave è un misto di umanità e tecnologia. Babbel offre più di 60.000 lezioni in 15 lingue, sviluppate da più di 200 esperti didattici, analizzando continuamente i comportamenti degli utenti per modellare e modificare l'esperienza degli studenti. Ciò si traduce in un costante adattamento dei contenuti interattivi con lezioni dal vivo, giochi, podcast e video che facilitano la comprensione di una nuova lingua, dallo spagnolo all'indonesiano.

Poiché Babbel è per tutti, il suo team è tanto vario quanto il suo contenuto. Dalla sua sede di Berlino e dal suo ufficio negli Stati Uniti a New York, 1000 persone di oltre 80 nazionalità rappresentano i background, le caratteristiche e le prospettive che rendono unico ogni essere umano. Babbel ha venduto più di 16 milioni di abbonamenti creando una vera connessione con gli utenti.

Ulteriori informazioni sono disponibili al sito www.Babbel.com.

Pubblicato il

16/10/2018

Milano / Berlin

Condividi

Attualità